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Ernesto Majoni Coleto - I novant'anni del vocabolario ampezzano di Angelo Majoni.

Cortina d’Ampezzo nella sua parlata. Vocabolario ampezzano con una raccolta di proverbi e detti dialettali usati nella valle ha compiuto novant'anni. Il 10 ottobre 1928, infatti, Angelo Majoni Bòto - medico comunale di Cortina – concluse l’introduzione, necessaria per poter affidare il dattiloscritto alle stampe. Nel corso del 1929, il prezioso frutto del suo lavoro uscì, con una copertina grigia e un po' dimessa, presso la Tipografia Valbonesi di Forlì.

Novantesimo compleanno, dunque. E per cinquantasette anni, cioè fino alla comparsa del Vocabolario Ampezzano1, dovuto a un lavoro ultra decennale del Comitato di studio incaricato dalle Regole d’Ampezzo [cui partecipò anche Rinaldo (1912-85), fotografo e nipote del medico], “il Majoni” rappresentò un punto di riferimento per ogni ricerca successiva sull'idioma ampezzano, e l’unico sussidio dettagliato e fruibile dal vasto pubblico. Nonostante la grafia italianizzata e oggi superata, e qualche omissione inspiegabile, a Cortina d’Ampezzo nella sua parlata ricorre ancora oggi con profitto chi inizia o perfeziona studi e ricerche sulle peculiarità idiomatiche di Cortina.

Nel panorama degli studi linguistici dedicati all’ampezzano va citato anche il dizionario edito da Neri Pozza nel 1973 e opera del sanvitese Vincenzo Menegus Tamburin (1911-91)2. Pur essendosi affidato ad informatori autoctoni, l’autore - studioso di storia e onomastica, ma non dialettologo - non compì grandi progressi nella ricerca, mettendo insieme con poco rigore la parlata nativa e l’ampezzano, accogliendo una gran quantità di “cadorinismi” e italianismi e ottenendo così un lavoro poco attendibile e utile.

Nel 1981, concretando la proposta che qualche anno prima il consigliere Angelo Menardi Milar aveva inoltrato alla Cassa Rurale ed Artigiana, la Cooperativa di Cortina avviò la propria attività editoriale con la ristampa del vocabolario, introdotta da Rinaldo Majoni, contribuendo così ad evitare che l’opera, ormai esaurita, finisse nel dimenticatoio3. Nella lettera di presentazione del volume inviata ai soci, il Presidente della Cooperativa lodevolmente comunicava che, con la riedizione ”… crediamo importante dare a tutti la possibilità di disporre di un testo che ha contributo alla conservazione del nostro idioma.

Qualche cenno biografico, ora, sull’autore, personaggio di cui la comunità d’Ampezzo deve ritenersi orgogliosa. Angelo Majoni, della famiglia dei Bòte, nato a Majon il 15 agosto 1870, orfano di padre e in difficoltà economiche fin dall'adolescenza4, nel 1896 ottenne - tra i primi ampezzani - la laurea in medicina all’Università di Innsbruck. Chirurgo, ginecologo, internista e odontoiatra, stimato dai colleghi tirolesi come uno dei medici più preparati della regione, dal 1923 al 1930 diresse l’Ospedale Comunale, poi Casa di Riposo.

Pioniere degli sport della neve (a Cortina fu tra i primi a sperimentare gli sci, usandoli però per mestiere più che per diletto), giocò a golf, fu socio e consulente della Società Ginnastica, del Museo Elisabettino di Agostino Colli e dei Pompieri Volontari, e fra i doveri della professione trovò anche il tempo di compilare, a sei mani, la prima guida turistica della valle ampezzana5.

Umanista dotato e competente e uomo di grande dirittura morale, si dedicò a vari temi e problemi di storia locale. Un infartò lo stroncò il 15 dicembre 1932, a soli sessantadue anni, e il medico lasciò incompiute sulla scrivania altre ricerche, che certamente ne avrebbero rinsaldato ancor più la statura intellettuale. La Magnifica Comunità d’Ampezzo lo ha ricordato iscrivendolo fra i nomi dei cittadini benemeriti e dedicandogli la strada dal Ponte Corona all'ex Clinica Crignes, denominata “Lungoboite Dott. Angelo Majoni”, nonché nel 2000 la nuova Casa di Riposo.

Veniamo ora al contenuto della raccolta, in cui l’autore condensò indagini sulla madrelingua, condotte con scrupolo e attenzione per molti anni (quanti, non ci è noto). Consapevole che nonostante la dipendenza politica, prima dall’Austria-Ungheria e dal 1919 dal Regno d'Italia, la comunità d’Ampezzo si era sempre ostinata a non corrompere la propria lingua, usi e costumi, il medico si avventurò in un’impresa che ad un autodidatta, seppur dotato di notevole cultura e dialettica, sarebbe potuta sembrare improponibile.

Agevolato dalla professione, che gli consentiva di accedere a quasi tutte le famiglie ampezzane, ai consulti medici abbinò la raccolta e la trascrizione di vocaboli, locuzioni idiomatiche, aforismi che già alla fine della Grande Guerra - a causa del rapido mutamento socio-economico di Cortina, da comunità basata sull'economia agrosilvopastorale a centro di crescente importanza turistica - venivano usati sempre meno e avrebbero corso il rischio di essere dimenticati.

Dalle sue ricerche Majoni, peraltro, isolò soltanto i termini “usati nel territorio della Magnifica Comunità d’Ampezzo” che - per forma o per significato - si differenziavano dalle equivalenti voci italiane, e li fissò per iscritto “… affinché le caratteristiche dialettali non vadano estinte, ora che tale pericolo si prospetta seriamente, questa popolazione essendo stata ricongiunta al suo naturale ceppo linguistico, dal quale oltre 400 anni fa era stata staccata. …”

Il medico dovette patire non poche difficoltà, ritardi e censure per far uscire il lavoro, ma ebbe l’onore di ottenere la prefazione da Carlo Battisti (1882-1977). Il noto glottologo trentino descrisse con acribia le caratteristiche dell’ampezzano nelle pagine III-XXXII del volume, “… scritte coll’unico intento di dimostrare quanti problemi si colleghino coll’esplorazione lessicale delle parlate dell’alto Piave e di servire d’eccitamento ai Cadorini, Aurontini e Bellunesi che sono in grado di imitare il buon esempio del Majoni e darci delle raccolte lessicalidi cui i linguisti saranno molto grati. …” ed oggi meritevoli di una rilettura.

Alla luce degli studi successivi, al Nostro si potrebbero muovere almeno due bonari rilievi. Primo: nel suo lavoro Majoni considerò solo le voci dialettali da lui stesso giudicate “differenti” dalla lingua italiana, rispetto a quelle più simili o identiche ad essa. Secondo questo criterio, rimasero escluse numerose voci certamente ingombranti, ma anche altre schiettamente ampezzane, penalizzate dalla completa convergenza fonetica e semantica con le corrispondenti italiane. È risaputo che l’ampezzano, idioma di matrice neolatina, è stato tipicamente plasmato da influssi veneziani, mentre i contatti con l’area tedesco-tirolese (a differenza del badiotto-marebbano e gardenese) gli hanno lasciato un paio di centinaia di voci, perlopiù legate a mestieri oggi desueti o scomparsi. Al riguardo, sarebbe interessante consultare anche la bozza del manoscritto di Annibale Apollonio6: dal lavoro dell’amico, rimasto inedito, Majoni aveva tratto per il suo vocabolario, già ricco di 2500 vocaboli circa, altre 114 voci e 28 fra proverbi e modi di dire7.

Secondo rilievo che si potrebbe muovere al vocabolario: esso difetta quasi completamente di spiegazioni morfo-sintattiche, di fraseologia, dei plurali dei sostantivi (spesso irregolari), delle forme finite dei verbi.8 Nell’introduzione, il medico aveva accennato al proposito di “… completarlo in un’eventuale ristampa …”, ma la morte gli impedì di onorare il suo impegno.

È invece merito di Cortina d’Ampezzo nella sua parlata aver raccolto e fissato un'ampia messe di detti e espressioni idiomatiche, 55 delle quali provenienti dalla Raccolta di proverbi veneti del Pasqualigo9 … dai quali con maggior agio si può dedurre e la natura dell’idioma ed il carattere di chi lo parla. ...”, e di averci trasmesso il Saggio di poesia ampezzana, satira composta nel 1844 da Giovanni Gregorio Demenego Caisar (1821-67) che, dopo un componimento più breve del 1832, è il secondo testo letterario in ampezzano.

Nel tardo '900, il vocabolario di Majoni fu integrato anche da altri lavori. Nel 1982 fu pubblicato il dizionario etimologico trilingue di Quartu, Kramer e Finke10, non sempre degno di fede quanto alle definizioni e alle etimologie dei vocaboli analizzati, alcune delle quali abbastanza dubbie. Quattro anni più tardi, dopo un lavoro certosino iniziato a metà degli anni Settanta, uscì il Vocabolario Ampezzano delle Regole11. Ad una prima lettura, che certamente pecca per difetto, vi si sono contati, in aggiunta a quelli di Majoni, altri 250 vocaboli raccolti in numerose esplorazioni sul campo da Enzo Croatto; 83 tratti dall’ALI12; 12 dall’AIS13; 38 dall’Alton14; 20 da Adele Pagnoni15; uno da Christian Schneller16, uno da Bruno Apollonio17.

Dal 1988 uscirono poi gli otto quaderni di Cemódo che se diš par anpezan di Agostino Girardi de Josuè (1929-2000), un uomo di cultura e un originale ricercatore18. Nei fascicoli, editi rispettando gli originali interamente manoscritti, Girardi - del quale, insieme a quello del vocabolario, nel 2019 è ricorso il novantesimo della nascita - assemblò e descrisse, senza propositi rigidamente scientifici, un gran numero di modi di dire, molti dei quali già inseriti nel vocabolario del 1929. Il suo lavoro, purtroppo preso relativamente poco in considerazione, a nostro giudizio costituisce invece una silloge d’indiscutibile utilità per la conoscenza e l'uso delle peculiarità fraseologiche e proverbiali dell’idioma di Cortina.

Dopo un lungo e accurato studio ad opera di un altro comitato nominato dalle Regole d'Ampezzo, nel 1997 uscì il Vocabolario Italiano-Ampezzano19, nel quale rientrano altre 420 voci, per un totale di oltre 3300. Si segnalano inoltre un breve studio sulle voci d’origine tedesco-tirolese mancanti nel saggio di Kramer20, calcolate in un’ulteriore cinquantina21,e il recente "Zibaldone Ampezzano", raccolta di oltre 250 espressioni, interiezioni, ipocoristici, nomignoli, soprannomi, toponimi e voci ampezzane antiche, moderne e contemporanee, analizzate e commentate22.

Oltre a quella di Annibale Apollonio, è rimasta infine inedita una raccolta dattiloscritta di vocaboli di Rodolfo Girardi Bèta (1897-1965), la cui divulgazione integrerebbe utilmente la fioritura degli studi sulla parlata d’Ampezzo.

Chi scrive, e tutti coloro che ad Angelo Majoni debbono lo stimolo a conoscere e approfondire gli elementi distintivi della parlata di Cortina, ritengono doveroso rendere omaggio all'illustre figura di studioso, in occasione del novantesimo anniversario dalla pubblicazione del suo lavoro. Con Cortina d’Ampezzo nella sua parlata, infatti, il medico seppe dischiudere agli studiosi e ai suoi compaesani il patrimonio linguistico proprio di una variante ladina abbastanza conservativa e conservata, che oggi è sempre più importante non lasciar cadere nell’oblio, anzi è opportuno mantenere e rafforzare.

1. Regole d’Ampezzo - Comitato di studio realizzatore del -, Vocabolario ampezzano, Belluno, 1986.

2 Vincenzo Menegus Tamburin, Dizionario del dialetto di Cortina d’Ampezzo, Vicenza, 1973.

3 Treviso, giugno 1981, pagine XXXII-185.

4 V. al proposito l'interessante studio di Mario Ferruccio Belli Angelo Majoni medico e poliglotta, in "Altro&Oltre, Luglio 2019 – anno VIII – nr. 30", pagine12-13.

5 Anonima, ma Bruno Apollonio, Giuseppe Lacedelli, Angelo Majoni, Ampezzo und seine Umgebung, Wien, 1905 (tradotta in Guida della valle d’Ampezzo e de’ suoi dintorni, Vicenza, 1976 e poi anche Bologna, 1982).

6 (Ampezzo 1848 - Trento 1915). Ingegnere comunale a Trento dal 1878, progettò la Piazza Dante, il Rifugio Tosa - primo di proprietà della Società Alpinisti Tridentini (1881) - e i rifugi trentini “a cubo”. Il 19 agosto 1880, con Giorgio Rossaro e le guide Matteo e Bonifacio Nicolussi, salì la Cima Brenta, seconda vetta in altezza dell'omonimo gruppo.

7 Informazioni del professor Enzo Croatto, che ringrazio.

8 Introduzione a Bianca Monica Quartu-Johannes Kramer-Annerose Finke, Vocabolario Anpezàn-Vocabolario Ampezzano-Ampezzanisches Wörterbuch, 3 volumi, Gerbrunn bei Würzburg, 1982 (volume unico, in edizione limitata, Cooperativa di Cortina, 1990).

9 Cristoforo Pasqualigo, Raccolta di proverbi veneti, Terza edizione (ristampa anastatica: Sala Bolognese, 1976).

10 V. nota 7).

11 V. nota 1).

12 Materiali inediti conservati presso l’Università di Torino e la Società Filologica Friulana.

13 Karl Jaberg-Jakob Jud, Sprach- und Sachatlas Italiens und der Südschweiz, Zonfingen, 1928-1940 (edizione italiana a cura di Glauco Sanga, Milano, 1987).

14 Alton Johannes, Die ladinischen Idiomen in Ladinien, Gröden, Fassa, Buchenstein, Ampezzo, Innsbruck 1879 (ristampa anastatica: Sala Bolognese, 1990).

15 Il dialetto di Cortina d’Ampezzo, tesi di laurea inedita, relatore Carlo Tagliavini, Università degli Studi di Padova, A.A. 1941-1942.

16 Christian Schneller, Die romanischen Volksmundarten in Südtirol, Gera, 1870.

17 Bruno Apollonio, Grammatica del dialetto ampezzano, Trento, 1930 (ristampa, Treviso, 1987).

18 Agostino Girardi, Cemódo che se diš par anpezan, 1°-8° cuaderno, Cortina d’Ampezzo, 1988-1992.

19 Regole d’Ampezzo - Comitato del Vocabolario, Vocabolario Italiano-Ampezzano, Bolzano, 1997.

20 Johannes Kramer, Voci tedesche nel dialetto di Cortina d’Ampezzo, in “Archivio per l’Alto Adige” 78 (1984) pagine 7-22 (A-M), ibid. 79 (1985), pagine 185-205 (N-S), ibid. 82 (1988), pagine 255-265 (T-Z).

21 Ernesto Majoni, Aggiunte a “Voci tedesche nel dialetto di Cortina d’Ampezzo” di Johannes Kramer, in “Ladin! - Rivista dell’Istituto Ladin de la Dolomites”, Anno IV - nr. 2, Dicembre 2007, pagine 15-19.

22Ernesto Majoni, Zibaldone Ampezzano, Cooperativa di Cortina, Grafiche San Patrignano, 2019.

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Pubblicato il: Martedì, 26 Novembre 2019 - Ultima modifica: Venerdì, 29 Novembre 2019
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