vai al sito dell'Istituto Ladin de la Dolomites

Vai menu di sezione

Ester Cason, Maria Teresa Vigolo - Lingue e toponomastica. Percorsi di toponomastica nell’arco alpino orientale, pagg. 145, Ed. Fond. G. Angelini,...

Il progetto venticinquennale sugli “Oronimi Bellunesi”, avviato nel 1992 dall’illustre cattedratico agordino Giovan Battista Pellegrini, continua a produrre frutti diretti e indiretti che fanno la gioia di coloro i quali si interessano di linguistica e glottologia, soprattutto nelle aree del Nord-est italiano e della Ladinia. In questo ambito si può comprendere questa nuova pubblicazione edita dalla Fondazione G. Angelini-Centro Studi sulla montagna di Belluno, con il contributo del Dipartimento di studi linguistici e letterari dell’Università di Padova e di Salus Belluno e stampato dalla Cleup di Padova.

Nelle sue pagine sono condensate utili informazioni, che chiariscono origine e significati di molti termini riferiti a svariati luoghi dell’ambiente alpino, operazione scientifica bene spiegata e sottolineata dagli interventi di Annalisa Oboe, docente all’Ateneo patavino, e di Cecilia Poletto, insegnante di linguistica nelle Università di Padova e di Francoforte.

A introdurre il lettore nel percorso affascinante di conoscenza dei termini esaminati in apertura compare il saggio, illuminante seppur succinto, dal titolo “Alcuni casi di toponomastica dolomitica” di Johannes Kramer, docente dell’Ateneo di Treviri e membro del Comitato scientifico della Fondazione G. Angelini, noto come uno dei più autorevoli studiosi in questo campo.

Il libro si divide poi in quattro ambiti toponomastici che abbracciano l’arco alpino orientale. A proposito di toponomastica ladino-veneta, Paola Barbierato e Maria Teresa Vigolo si occupano della già citata collana degli “Oronimi Bellunesi”, mentre per la toponomastica trentina compaiono i saggi “Il Dizionario toponomastico trentino” di Lydia Flöss e “L’utilizzo dei toponimi nelle intitolazioni stradali del Trentino” di Ilaria Adami.

Per l’ambito friulano, Federico Vicario si è occupato di “Presenze di –etum in antiche carte friulane”, mentre Barbara Cinausero Hofer e Ermanno Dentesano firmano il saggio “Nomi di monti in un’area plurilingue: Oronimi del Friuli”.

Il libro si conclude con una curiosa e interessante parte dedicata alla toponomastica al femminile. Se ne occupano Franco Benucci, in “Il suffisso –essa tra lessico e toponomastica”, che appare di assoluta e puntuale attualità (avvocato o avvocatessa?), e Nadia Cario in “Toponomastica e linguaggio: esempi di visibilità e invisibilità femminile nelle intitolazioni”, che pone la questione della parità di genere spesso tendente al maschile, come ad esempio in “via F.(rancesca) Morvillo, magistrato”.

Dino Bridda (p.g.c. da "Le Dolomiti Bellunesi" - Natale 2019)

torna all'inizio del contenuto
Pubblicato il: Martedì, 26 Novembre 2019
torna all'inizio