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Marta Monego, Pietro Monego, Marco Moretta, Luigi Belfi - Parcè pòh a nośàutre? La gente di Vodo, Peaio e Vinigo nella Grande Guerra 1915-1918, pag...

Volendo effettuare una ricognizione della bibliografia che arricchisce le nostre terre, in particolar modo il Cadore, e spazia su numerosi aspetti della storia locale, va fatta una menzione speciale a Vodo, che dagli anni Ottanta-Novanta del '900 (in primo luogo con i dattiloscritti tra memoria e nostalgia di "Jijio (de chi del Lòngo)" ci ha fatto conoscere molte cose della storia e della cultura della comunità stanziata tra l'Antelao e il Rite.

È ora la volta di una nuova ricerca, intrapresa sull'onda della partecipata conferenza dell'estate 2018 sul bombardamento dell'8 novembre 1917: "Parcè pòh a nośàutre? Perché proprio a noi?" con sottotitolo "La gente di Vodo, Peaio e Vinigo nella Grande Guerra 1915-1918". Il lavoro è dovuto a otto mani: quelle di Marta Monego, Pietro Monego, Marco Moretta e Luigi Belfi, appassionati che – con altri compaesani – si dedicano con entusiasmo alla scoperta del mosaico storico e culturale che personalizza il paese.

Il volume suggella le rievocazioni dei cento anni dal termine del primo conflitto mondiale, che investì duramente anche Vodo, trovatosi non proprio sul fronte, ma sull'estrema linea di resistenza detta "Linea Gialla" (al proposito, va ricordato che il Comune diede alla patria ventisette caduti, sui 1700 abitanti censiti nell'anteguerra).

"Parcè pòh a nośàutre?" presenta momenti di vita, testimonianze e immagini del bombardamento del paese e de "l'an de la fame" 1918, suffragati dal diario inedito del fante ventenne Giacomo Talamini Zotarèl e dalle fotografie aeree dell'Aviazione anglo-francese eseguite nel 1918 e conservate nel Museo Storico Italiano della Guerar di Rovereto e quelle panoramiche di Vodo, Peaio e Vinigo, scattate nel 1917 dal Tenente feltrino Alberto Alpago-Novello e conservate dalla Fondazione G. Angelini di Belluno.

In ventotto capitoli, cui segue un'ampia appendice documentaria, gli autori hanno raccontato con acribia le dolorose vicende che afflissero la comunità vodese in guerra: dai piccoli fatti quotidiani al bombardamento e all'incendio provocati dagli Italiani, dai profughi del dopo Caporetto alla fame alla miseria, dalle epidemie alla ricostruzione nei primi anni '20 e all'inaugurazione della Ferrovia delle Dolomiti, che aprì anche l'Oltrechiusa all'Italia r all'Europa.

Concludono lo studio, presentato al pubblico dagli autori presso la Regola Staccata di Vodo il 30.12.2018, gli elenchi delle vittime di guerra del Comune, dei dei soldati insigniti di medaglie e di croci al valore e delle denunce dei danni che patì la popolazione a causa del conflitto.

Con un lungo lavoro, i quattro appassionati hanno raccolto curiosità, fatti, fotografie spesso inedite, dipingendo un affresco a tratti struggente della vita di un secolo fa in un villaggio alpino in cui campare non era semplice, e dopo il conflitto lo fu ancor meno, con l'emigrazione di tanti Cadorini a cercar fortuna, specie nel Nord Europa.

Lasciando senz'altro ai lettori il piacere di addentrarsi nelle pieghe della storia di Vodo e rivivere quegli anni ormai lontani, ben analizzati e raccontati dagli autori, auspichiamo che – come si suol dire – gli effetti delle guerre siano ancora di monito per conservare la pace, e le giovani generazioni abbiano sempre presente quanto patirono i nostri avi per preparare a tutti noi un futuro migliore.

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Pubblicato il: Martedì, 26 Novembre 2019
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